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L'esercito di transizione traeva origine dai 5 gruppi di combattimento che avevano partecipato alla guerra di liberazione ai quali vennero aggiunti 3 divisioni di sicurezza interna e 10 reggimenti di fanteria non indivisionati. La forza armata così costituita aveva compiti limitati, fonti di reclutamento anemiche e non aveva fra i propri compiti quello di predisporre operazioni di mobilitazione. I suoi reparti erano dislocati in caserme devastate dal cruento conflitto appena concluso ed erano afflitti da carenze di materiali di qualsiasi genere. Finita l'occupazione militare alleata con il trattato di pace, già nel 1949, l'esercito cominciò ad acquisire un'efficienza bellica concreta e la consistenza dei reparti operativi crebbe fino a comprendere 10 divisioni di fanteria, 3 divisioni corazzate e 5 brigate alpine e, nel 1954, la struttura di comando era organizzata su 2 armate, 5 corpi d'armata e il corpo per la sicurezza della Somalia, paese affidato all'Italia per mandato fiduciario delle Nazioni Unite.